lunedì 20 dicembre 2010

Rassegna Stampa - Bagarre per la centrale di Busche



dal corriere delle alpi
di C. ARBOIT

Il dietro-front del Carroccio ha acceso la polemica e fatto volare parole pesanti tra alcuni consiglieri di maggioranza e dei manifestanti del comitato Acqua bene Comune. Di fatto, sulla mega-centrale di Busche, il consiglio provinciale ha deciso di non decidere, bocciando l'ordine del giorno del Pd e approvando quello della Lega. In un clima da resa dei conti, qualcuno ha cambiato idea e qualcun'altro si è fregato le mani. Altri, molto più semplicemente, si sono indignati. E' stato un consiglio provinciale teso quello che si è tenuto ieri a Belluno. L'assemblea doveva prendere posizione sulla realizzazione del mega impianto di Camolino-Busche: undici chilometri di condotta - per cinque metri di diametro - e una centrale in località Zaetta di Cesiomaggiore, a monte del bacino di Busche. Un'opera multi-milionaria e finora contestatissima. Esattamente due mesi fa il consiglio provinciale aveva deciso di rinviare la partita, ma durante la discussione era emersa una frattura apparentemente insanabile tra Lega e Pdl. I giornali avevano titolato "maggioranza spaccata" e nessuno si era lamentato: da un lato c'era la Lega - tendenzialmente contraria all'impianto - dall'altro il Pdl - tendenzialmente favorevole. Lo stesso presidente Bottacin al nostro giornale si era detto «allineato e coperto» con il Carroccio, dicendo anche che «così com'è, non posso essere favorevole al progetto». Ieri, un po' a sorpresa, il riallineamento tra i due gruppi di maggioranza con una Lega in evidente difficoltà. «Mi dispiace sia passato così tanto tempo, ma c'è stato un confronto», ha spiegato il capogruppo della Lega nord Nunzio Gorza. E' toccato a lui togliere le castagne dal fuoco: nessuna parola da parte di Bottacin né dei suoi assessori. Insomma, la partita era politica e sul terreno della politica si è giocata. Sono le 18 quando Renzo Crosato del Pd presenta l'ordine nel giorno nel quale si dichiara la contrarietà al progetto. E' lo stesso Crosato a tentare una manovra di avvicinamento alla Lega: «Mi sembra di aver capito che la pensiamo allo stesso modo. Cerchiamo una soluzione». Gorza, dal canto suo, annuncia alcuni emendamenti all'ordine del giorno del suo gruppo, ammorbidendone di fatto i toni di due mesi fa. Toglie un perentorio "già" - («Questo territorio ha già dato») - e introduce alcune condizioni. «Ogni questione deve essere approfondita. Dobbiamo valutare caso per caso». Dal pubblico, dove sono presenti i rappresentanti del Comitato, si alza un brusio e qualcuno fa la voce grossa, tanto che il presidente del consiglio Stefano Ghezze invita gli agenti di polizia a «intervenire». Alla fine, su istanza della Lega, Ghezze concede qualche minuto di sospensione. I leghisti vengono raggiunti da Bottacin, poi dal capogruppo Pdl Addamiano. Subito dopo, annunciano il voto contrario al documento Pd. I commenti dei ragazzi del Comitato - in realtà c'è anche qualche signora con la pelliccia - sono impietosi. «La Lega è totalmente incoerente», il commento di Valter Bonan, rappresentante del gruppo. «Ci hanno voltato le spalle», dicono altri. Bocciato il documento Pd (anche se c'è l'astensione di un consigliere leghista), si passa a quello della Lega emendato dallo stesso Gorza. Si tratta di un documento "cauto" dove non si dice né sì né no all'impianto. Si dettano però delle condizioni, dalla sostenibilità dell'opera al coinvolgimento della popolazione. Ma sono considerazioni generali che valgono «per tutti gli impianti». Gorza e la Lega - all'uscita dell'aula - vengono sottoposti a un fuoco incrociato. «Vergogna, buffoni. Gorza, sei favorevole o contrario?». Stesso trattamento per Bottacin, che ha invitato a moderare i toni. Troppo tardi.

mercoledì 8 dicembre 2010

PRESIDIO CONTRO LA CENTRALE CAMOLINO - BUSCHE



VENERDI' 17 DICEMBRE ORE 17:30
PRESIDIO IN PIAZZA DUOMO A BELLUNO

Durante il consiglio provinciale sarà discusso un ordine del giorno
sulla realizzazione della centrale proposta da ENEL e EN&EN

Il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune invita tutti a partecipare al presidio
Contro i vecchi e nuovi predoni dell'acqua
In difesa della poca acqua rimasta nei nostri fiumi
CONTRO LA CENTRALE CAMOLINO-BUSCHE!

Ti aspettiamo
Porta con te pentole, fischietti, campanacci, trombe....

Per la nostra Terra, facciamoci sentire!

lunedì 15 novembre 2010

Comunicato Stampa contro la realizzazione di una centrale idroelettrica sul torrente Vajont


La funesta parola “sfruttamento” torna ad affacciarsi sul Vajont. Già c’erano stati, in passato, altri progetti, tutti giustamente naufragati sull’onda dell’indignazione che avevano suscitato. Ora viene presentato il progetto di un nuovo impianto idroelettrico, i cui contenuti sono ancora tutti da chiarire, ma che ha comunque un inaccettabile punto di partenza: l’utilizzo dell’acqua del torrente Vajont, in un territorio dove la logica della privatizzazione di un bene comune, l’acqua, è arrivata alle sue estreme conseguenze.

La parola “sacro” non va spesa alla leggera, ma quel territorio, quella diga, quei paesi non possono essere un’altra volta oggetto di sfruttamento in nome di un malinteso “sviluppo”. Quel territorio e quell’acqua sono “sacri” perché non soltanto conservano i segni di una tragedia, ma custodiscono una memoria comune, delle popolazioni del Vajont e dell’umanità intera.

Il Vajont ha ottenuto nel 2008 (Anno internazionale del Pianeta Terra) un riconoscimento significativo dall’Onu: quello di essere stata la più grande tragedia al mondo che si poteva evitare, provocata dall’incuria umana, cioè dall’uomo e non dalla natura, esempio negativo del fallimento di ingegneri e geologi. Il Vajont è così entrato al primo posto di una graduatoria mondiale che, per quanto “negativa”, lancia un monito a lavorare tutti per evitare che tragedie simili si ripetano. Se le cause della tragedia del Vajont sono da ricercare nella corsa al profitto e nello sfruttamento delle risorse della natura, l’iniziativa propugnata dalle Società EN&EN – Martini e Franco e dalle Amm. di Castellavazzo, Longarone ed Erto Casso va nella direzione opposta.

L’affermazione più sconcertante viene da Franco Roccon, sindaco di Castellavazzo, che rende più che esplicito il punto di caduta culturale e politico: l’Associazione Superstiti e Comitato sopravvissuti, dice Roccon, “difendono la memoria”, mentre gli altri, quelli che “vivono oggi sui territori devastati un tempo dalla tragedia, guardano al futuro”. I superstiti, dunque, sarebbero persone prigioniere di un passato che non vuol passare, ancorati a una tragedia superata? E a quale futuro bisognerebbe guardare?

Il “futuro” è contenuto nel nuovo progetto idroelettrico che evidentemente tanto “progetto” non è, visto che già ci sono accordi precisi con il Bim Gsp, che gestirà l’opera e di cui è presidente, guarda caso, proprio il sindaco Roccon. Nessuno, fino ad oggi, ne sapeva niente: ma evidentemente il piano è già stato presentato negli uffici e condiviso dai sindaci, prima ancora di essere sottoposto alla discussione e al vaglio della popolazione.

Quel “futuro” è un passato già visto. Già visto sul Vajont, dove la gente a suo tempo è sempre stata tenuta all’oscuro di che cosa si consumava sulla sua pelle. Già visto nei molti comuni dove in anni più recenti si è continuato a saccheggiare un bene comune, l’acqua, e a compromettere l’ambiente e gli ultimi torrenti della montagna con la richiesta e la costruzione di decine di nuove centrali idroelettriche. La filosofia di fondo è ancora quella di una volta: “valorizzare”, “sfruttare”, “utilizzare” fino all’ultima goccia l’acqua della montagna, in nome dello “sviluppo” e assecondare la progressiva privatizzazione di Beni Comuni paradossalmente riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità.

Altro che ricchezza inutilizzata, è l' assenza di un’idea di futuro sostenibile fondata sulla bellezza di queste montagne la vera miseria, che non è povertà: è la miseria di amministratori rassegnati che si dicono costretti a svendere il territorio per far fronte ai tagli indiscriminati di un governo “amico” e federalista, è la miseria morale di chi dice che il passato è passato e che è meglio sfruttare noi ogni rivolo d’acqua comprese quelle del Vajont prima che ci pensi qualcun altro.

La storia del Vajont in realtà ci ha lasciato l’inesauribile valore e testimonianza di chi ha denunciato gli scempi del prima e del dopo, di chi ha lottato per la giustizia sociale ed ambientale, di chi ha sempre ribadito che la dignità e la memoria non avevano e non hanno un prezzo.

Da questi esempi e da questa ricchezza partiranno i cittadini bellunesi per impedire la realizzazione di questo progetto.

Associazione culturale “Tina Merlin” – Comitato Acqua Bene Comune

sabato 30 ottobre 2010

DICIAMOCELA TUTTA SULLA CAMOLINO-BUSCHE


Il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune organizza 5 incontri di informazione sul mega progetto della centrale idroelettrica Camolino-Busche voluta da Enel e EN&EN

CESIOMAGGIORE:
9 NOVEMBRE ORE 20:30
SALA PAROCCHIALE

SANTA GIUSTINA:
12 NOVEMBRE ORE 20:30
SALA POLIFUNZIONALE PIAZZA MAGGIORE

LENTIAI:
16 NOVEMBRE ORE 20:30
CENTRO SOCIALE TRES

SAN GREGORIO:
19 NOVEMBRE ORE 20:30
SALA CONSILIARE

SOSPIROLO:
23 NOVEMBRE ORE 20:30
CENTRO CIVICO

TI ASPETTIAMO!



martedì 12 ottobre 2010

PRESIDIO IN CONSIGLIO PROVINCIALE


In occasione del prossimo Consiglio Provinciale che si terrà venerdi' 15 ottobre alle ore 15:30, verrà discusso un ordine del giorno riguardante il progetto di realizzazione della centrale idroelettrica Camolino-Busche.
Per questo motivo abbiamo pensato di organizzare un presidio davanti al palazzo della provincia per ricordare al Presidente Bottacin e a tutti i consiglieri, che 9000 cittadini bellunesi hanno sottoscritto una petizione nella quale si richiedeva una moratoria alla realizzazione di nuovi impianti idroelettrici sui fiumi bellunesi

IL PRESIDIO PARTIRA' DALLE ORE 15 FINO ALL'INGRESSO DEI CONSIGLIERI.

Contro coloro che vogliono svendere la nostra terra!

Basta speculazioni sui nostri fiumi!

Non mancare!


Difendiamo il fiume Mis



tratto da www.globalproject.info

Oltre un centinaio di persone si sono radunate nella frazione bellunese di Camolino per partecipare alla conferenza stampa promossa dal comitato Acqua Bene Comune contro il progetto di Enel, in partnership con la società En&En, che prevede la realizzazione di una mega centrale idroelettrica sul torrente Mis. Una conferenza stampa inusuale, che si è svolta nel terreno in cui i progettisti hanno previsto di collocare l’inizio della condotta forzata che attraverserà quattro diversi Comuni, prima di rilasciare, 11 kilometri più a valle in località Busche (BL), l’acqua prelevata a Camolino. La condotta avrà una portata massima di 50 mc/s di acqua per una produzione elettrica annua di 90 gigawatt. Si tratta di un’opera di grande impatto ambientale, come dimostrano i 600 mila metri cubi di materiale che verrà scavato con l’utilizzo di una tunnel boring machine (TBM), una mega talpa che realizzerà un tunnel di 5,80 m di diametro nel quale verrà collocata la condotta. Oltretutto, in alcune zone, anche in prossimità di abitazioni, si passerà ad uno scavo di tipo “tradizionale” , ovvero con l’utilizzo di mine.

Questi sono solo alcuni dei numeri che emergono dal progetto, cifre che solo in parte riescono a descrivere la reale portata dell’opera. Per questo, alcuni attivisti del comitato, prima dell’inizio della conferenza stampa, hanno installato un facsimile in scala 1:1 della sezione della condotta, permettendo così, alle persone presenti, di poter vedere con i propri occhi la dimensione reale dello scavo previsto.

Inoltre, come è stato più volte ricordato, la realizzazione di quest’opera, determinerebbe la definitiva morte dell’ecosistema del fiume Mis, già fortemente compromesso a causa di un'altra grande centrale idroelettrica che ne sfrutta la portata più a monte. Ma, il Mis è solo uno dei tanti esempi di sfruttamento insostenibile dei fiumi del bacino idrico della Piave. Il 90% delle sue acque sono già attualmente artificializzate per scopi idroelettrici e irrigui e questa nuova centrale, la così detta Camolino-Busche, andrebbe ad intaccare in parte quel ultimo 10% di acqua rimasta libera di scorrere nel proprio alveo. Per questo motivo, in difesa dei fiumi bellunesi, il comitato aveva promosso una petizione popolare nella quale si richiedeva una moratoria alla realizzazione di nuovi impianti idroelettrici nel territorio bellunese e la messa in discussione delle vecchie concessioni. Le 9000 firme raccolte però, sono rimaste nascoste nei cassetti dell’amministrazione provinciale, totalmente snobbate dal presidente leghista Bottacin, che come per la questione del prolungamento dell’autostrada A27, è disposto a svendere il proprio territorio a qualche speculatore senza scrupoli. Per questo il comitato ha indetto per venerdì 15 alle ore 15:30 un presidio in consiglio dove sarà discussa la questione relativa alla nuova centrale Camolino-Busche.

Infine, la conferenza stampa, si è conclusa con una bellissima iniziativa di una trentina di canoisti che con i propri kayak hanno disceso il fiume Mis , con in testa lo striscione “Stop alla sfruttamento dei fiumi”.








lunedì 4 ottobre 2010

RIPRENDIAMOCI I NOSTRI FIUMI!



9000 cittadini bellunesi hanno sottoscritto una petizione popolare a difesa della vita dei nostri fiumi e con essi della qualità dell'ambiente, del paesaggio e della sicurezza idrogeologica di questi territori. E' in corso l'assalto finale dei privati, con il consenso opportunistico di alcuni amministratori pubblici, all'appropriazione dell'ultima acqua rimasta a scorrere nei propri alvei naturali in una provincia che su questi temi ha già pagato costi sociali ed ambientali rilevantissimi.
L'acqua però non è merce ma è vita e bene comune ed in quanto tale necessita di una gestione sostenibile e solidale che siamo chiamati tutti a praticare rivendicandone diritti di accesso, tutela e fruibilità, nell' interesse diffuso e generale, non solo per noi ma anche per le future generazioni.
Sabato 9 ottobre alle ore 14,30 a Camolino di Sospirolo in una conferenza stampa sulle sponde e sulle acque del Mis (con canoe e kayak) presenteremo le nostre iniziative a difesa dei fiumi e di queste acque, flussi di vita ed arterie di memoria delle nostre comunità.

RITROVO: ore 14:00 presso Trattoria da Bacchetti, via camolino 69 località Piz - Sospirolo (BL)

giovedì 24 giugno 2010

PRESIDIO CONTRO LA MEGA CENTRALE IDROELETTRICA DI CAMOLINO-BUSCHE




Giovedì 1 luglio presso il centro civico di Sospirolo (BL) alle ore 20,30 si terrà la presentazione del progetto di un nuovo mega impianto idroelettrico voluto da una società mista composta al 51% da ENEL e al 49% da En&En (cordata di imprenditori e industriali bellunesi). Si tratta di un progetto che interesserà i comuni di Sospirolo, San Gregorio, Santa Giustina e Cesiomaggiore. Sono previsti 11 Km di condotta in galleria di 5,10 metri di diametro (anche con transiti vicini a centri abitati) fino a 100 metri di profondità con inghiottitoi e finestre realizzate anche con esplosioni,una vasca di carico di 2000 mq e di 8,30 metri di profondità;portate derivate di 50 mc/s, l’acqua del fiume Mis intubata e restituita a Salmenega (l’energia elettrica messa in rete con un elettrodotto ed una centrale costruita in campagna a Zaetta). Per realizzare l’opera si caveranno 400.000 metri cubi di materiale trasportati in aree di stoccaggio da definire e all'impianto ghiaie di Busche.

Siamo di fronte all’ennesimo tentativo da parte di pochi speculatori di mercificare la poca acqua rimasta nei nostri fiumi.

Un eco-mostro, un ennesimo attacco alla dignità del nostro territorio!

Questi “nuovi” predoni dell’acqua sostengono che la centrale coprirà quasi totalmente il fabbisogno energetico della provincia di Belluno, ma si dimenticano di ricordare che nel nostro territorio produciamo già più energia di quanta la popolazione ne consuma e che il bacino idrico della Piave è attualmente il più artificializzato d’Europa con il 90% delle sue acque già utilizzato per scopi idroelettrici e irrigui.

I nostri fiumi hanno già dato! Adesso basta!

Per questo, saremo presenti all’incontro con un presidio a partire dalle ore 20, per ricordare la contrarietà di migliaia di cittadini bellunesi che hanno firmato una petizione nel quale veniva richiesta una moratoria alla realizzazione di nuovi impianti idroelettrici nel nostro territorio.

Contro coloro che vogliono svendere la nostra terra!

Basta speculazioni sui nostri fiumi!

Non mancare!



giovedì 6 maggio 2010

Assemblea del Comitato Acqua Bene Comune

Martedì 11maggio ore 19,30 Centro Servizi Volontariato via Piave 5 Belluno:
  • Divisione ambiti territoriali e competenze organizzative raccolta firme.
  • Distribuzione moduli firme.
  • Pianificazione banchetti in manifestazioni, fiere, eventi, mercati.
  • Distribuzione manifesti, volantini, locandine campagna.
  • Proposte autofinanziamento iniziative.
  • Eventi e spettacoli di sostegno.
Considerate le importanti implicazioni operative ed organizzative si auspica una generale partecipazione alla riunione ed una diffusione dell'invito a persone o soggetti potenzialmente disponibili a collaborare.

mercoledì 28 aprile 2010

DIBATTICO PUBBLICO: "PATAGONIA SENZA DIGHE"


Sabato 1 maggio alle ore 20,30 al Teatro Pierobon di Paiane di Ponte nelle Alpi, in collaborazione con l'alpinista Francesco Santon, il Comune di Ponte e il Cai di Longarone incontreremo, in un dibattito pubblico, la delegazione cilena "Patagonia senza dighe" guidata da Mons. Luigino Infanti De La Mora Vescovo di Aysen (Cile).
Un'occasione importante per cogliere i legami tra il locale e il globale nei processi di privatizzazione dell'acqua, un passaggio utile per condividere e definire strategie e proposte di fratellanza e di reciprocità tra comunità e territori del nord e sud del mondo.
Mons. Luigino ed il Comitato Patagonia senza Dighe stanno portando avanti uno straordinario lavoro di democrazia partecipativa delle comunità locali, di controinformazione a livello internazionale e di concrete e praticabili iniziative di contrasto e di proposte alternative alle iniziative speculative e distruttive di staordinari ambienti che vedono protagonista la "nostra" Enel.
Nell'auspicare un'ampia partecipazione all'incontro citiamo il significativo telegramma che Mons. Luigino ha inviato al Forum dei movimenti per l'acqua in occasione dell'inizio della nostra iniziativa referendaria:
"Dalla Patagonia ci uniamo in solidarietá e fratellanza alla lotta per l´acqua púbblica e diritto umano, non privatizzabile né comercializzabile, né in Italia né in altre parti.
Forza e coraggio, se i politici tradiscono il suo popolo, lo stesso popolo deciderá la sua storia.
Fraternamente,
Luis Infanti De la Mora
"

giovedì 22 aprile 2010

INIZIO CAMPAGNA REFERENDARIA A BELLUNO


Il fine settimana del 22 e 25 aprile inizia anche in Provincia di Belluno la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dell'acqua. I primi tre eventi con la presenza dei banchetti sono previsti:

Giovedi 22 aprile - ore 18.30 Sala de Luca a Borgo Prà a Belluno alla Presentazione di ALTAI, l´ultimo libro di WU MING.Sarà presente l'autore WU MING 1 (Roberto Bui) ;

Domenica 25 aprile al Centro Ricreativo di Torbe di Sospirolo dalle ore 12 nell'ambito della festa provinciale della Liberazione "Bella Ciao";

Sabato 1 maggio alle ore 20,30 al Teatro Pierobon di Paiane Ponte nelle Alpi l'incontro con Mons.Luigino Infanti De La Mora Vescovo di Aysen (Cile) ed una delegazione del comitato cileno "Patagonia senza dighe".

Da martedì 27 si potrà firmare anche negli uffici comunali oltre che ai banchetti organizzati territorialmente. A questo proposito si informa che:

I moduli per firmare e volantini informativi per chi intende attivarsi, saranno disponibili da venerdì 23 aprile presso le sedi di federconsumatori (cgil): via fantuzzi 19 a Belluno (Guido Mattera) e Piazzale Parmeggiani 25 a Feltre (Paolo Casagrande);

  • Stiamo raccogliendo riferimenti e numeri telefonici di consiglieri disponibili per le autenticazioni;
  • Si auspicano proposte ed iniziative e si richiedono disponibilità di di presenza ai banchetti in piazze e mercati per meglio pianificare sforzi organizzativi;
  • Sono disponibili su richiesta modelli richiesta spazi pubblici, manual esplicativo per raccolta /autenticazione firme, manifesti iniziativa referendaria;
Disponibili per ogni utile integrazione, Comitato Acqua Bene Comune

domenica 11 aprile 2010

COSTITUZIONE COMITATO PROVINCIALE IN APPOGGIO AL REFERENDUM CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA


A tutti i cittadini, le associazioni, i comitati,

i soggetti politici e della società civile del Bellunese


Nel novembre 2009 è stato approvato, con ricorso alla fiducia e con la scusa di una strumentale richiesta di adeguamento alle norme europee, il decreto Ronchi, che con l’art. 15 dà il definitivo avvio al processo di privatizzazione del servizio idrico integrato, e, insieme ad esso, di gran parte dei servizi pubblici locali.

Non si tratta evidentemente di un estemporaneo provvedimento operativo, quanto piuttosto di un percorso di smantellamento del ruolo del soggetto pubblico che non sembra avere eguali in Europa e di esautorazione delle comunità locali dalla gestione e dal diritto di scelta sui beni comuni, a favore di un libero mercato che concede ai privati un business garantito in nome di una presunta maggior efficienza del tutto indimostrata , anzi, sconfessata dalle esperienze di privatizzazione già in atto in Italia, in Europa e nel mondo.

Il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, già da anni rappresentato anche sul questo territorio dal Comitato Acqua Bene Comune, insieme a numerose realtà sociali e culturali promuove ora un referendum abrogativo,(tre i quesiti depositati il 31 marzo), delle norme che hanno privatizzato i servizi idrici per rendere possibile da subito la vera ripubblicizzazione della gestione di questo bene. Negli intendimenti del Forum ripubblicizzazione significa anche riconoscere l’acqua come un diritto umano universale, concepire il servizio idrico come “privo di rilevanza economica” che va gestito con modalità solidali e sostenibili, chiedendo maggiori garanzie sulla tutela delle falde e dei corpi idrici, prevedendo nuove forme di governo trasparente, efficiente e democratico del bene, rivendicando un nuovo ruolo partecipativo e decisionale delle comunità territoriali.

La campagna per la raccolta firme referendarie inizierà il 25 aprile e terminerà il 25 luglio. Le adesioni al comitato promotore nazionale sono già numerosissime: dalle associazioni dei consumatori alle associazioni ambientaliste, dal mondo cattolico e religioso ai comitati territoriali, dai movimenti sociali al mondo sindacale, alle forze politiche.

Questo ritrovata determinazione di protagonismo di cittadinanza su scelte fondanti i diritti fondamentali, la qualità della vita, la coesione sociale a partire dalla difesa dei beni comuni, si va consolidando anche nella nostra provincia, per questo crediamo sia importante che anche a livello locale si costituisca una rete organizzativa promotrice, aperta, permeabile, in cui trovino spazio nel modo più esteso ed inclusivo possibile tutti i soggetti interessati a sostenere questa iniziativa di democrazia diretta e consapevole.

Per dibattere e condividere questi obbiettivi ed attivarne la fase operativa è convocata un’Assemblea Pubblica

Mercoledì 14 aprile alle ore 17,30 presso il Centro Servizi Volontariato, Belluno Via Piave 5


acqua.belluno@libero.it


venerdì 2 aprile 2010

Presidio in consiglio comunale a Sospirolo


Mercoledì 7 aprile alle ore 20 è convocata la riunione del Consiglio Comunale di Sospirolo in cui si tratterà la Convenzione tra enti pubblici e la Valsabbia SPA di Brescia sulla nuova centrale del Mis. La seduta è pubblica e si tiene nella sala del Cento Civico di Piazza Segato.
Anche questa volta saremo presenti!
Contro coloro che vogliono svendere la nostra terra per pochi euro.
Basta speculazioni sui nostri fiumi!
Non mancare!

L'ACQUA E' UNA MERCE? INCONTRO AD ALANO DI PIAVE


Mercoledì 07 aprile 2010 ore 20,30
presso palestra comunale di Alano di Piave
incontro pubblico

Acqua - Oro - Blù
interverranno:

Luca Martinelli (giornalista e scrittore: L'acqua non è una merce)

Valter Bonan (portavoce Comitato Acqua Bene Comune)

moderatrice: Maria Pia Simonetto (giornalista)

lunedì 22 marzo 2010

PRESIDIO CONTRO LA CENTRALE IN VALLE DEL MIS


Mercoledì 24 marzo dalle ore 20 il comitato bellunese Acqua Bene Comune sarà presente con un presidio presso il Centro Civico di Sospirolo durante l'incontro pubblico sul Piano del Parco, per ribadire la nostra contrarietà alla realizzazione della centrale idroelettrica nella Valle del Mis ad opera della ditta privata Valsabbia spa di Brescia.

Non mancare!
Fermiamo questo abuso edilizio.
Salviamo i nostri fiumi dalle speculazioni
"...questa, questa è la nostra terra"

domenica 21 marzo 2010

Roma 20 marzo: 200.000 persone contro la privatizzazione dell'acqua


Un fiume di persone ha attraversato le strade della città di Roma.
Anche il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune era presente con una delegazione di oltre 50 persone per ribadire che difenderemo la nostra acqua e la nostra terra dai nuovi predatori.
Per questo motivo vi aspettiamo il 24 marzo dalle ore 20 per un presidio presso il centro civico di Sospirolo per ricordare all'ente Parco la nostra contrarietà alla realizzazione della centrale idroelettrica nella Valle del Mis ad opera della ditta privata Valsabbia spa di Brescia.

domenica 14 marzo 2010

Ci vogliono rubare l'acqua! Recintata la fontana di Piazza Martiri


Il governo, attraverso il D.L. Ronchi ha decretato la definitiva privatizzazione del servizio idrico.

Per difendere il diritto di tutti ad avere accesso ad un bene essenziale come l'acqua, il Forum Nazionale dei Movimenti dell'Acqua, ha indetto una manifestazione nazionale per il 20 marzo a Roma.

Il Comitato ha scelto di aderire e di partecipare attivamente alla mobilitazione.

Dopo un anno, nel quale oltre 9000 cittadini bellunesi hanno sottoscritto una petizione popolare per bloccarne la privatizzazione, ci troviamo di fronte ad una situazione dove anche nei nostri territori nuovi predatori e speculatori vogliono trasformare in merce il bene più prezioso delle nostre montagne, come sta accadendo col progetto per la costruzione di una centrale in Valle del Mis da parte della ditta privata Valsabbia spa di Brescia.

Con questa iniziativa, nella quale abbiamo simbolicamente "privatizzato" l'acqua pubblica della fontana, vogliamo denunciare l'ipocrisia di chi vorrebbe anteporre alla difesa dei beni comuni, la logica del profitto.

QUESTA E' LA NOSTRA TERRA, QUESTA E' LA NOSTRA ACQUA!


COMITATO BELLUNESE ACQUA BENE COMUNE



vedi articolo Corriere delle Alpi


martedì 9 marzo 2010

VERSO LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 20 MARZO


OLTRE IL PUBBLICO E IL PRIVATO: ACQUA BENE COMUNE

A Roma ci saremo!

Dopo una lunga e partecipata assemblea, il Comitato Bellunese Acqua Bene Comune ha deciso di partecipare alla manifestazione del 20 marzo anche con contenuti propri territoriali.

Per anni aziende private e pubbliche hanno devastato il nostro territorio, costruendo chilometri e chilometri di tubature utilizzate per scopi irrigui e per la produzione di energia idroelettrica, provocando la parziale o definitiva morte di importanti ecosistemi in lunghi tratti dei nostri fiumi. Oggi, è in atto un nuovo far west e riguarda anche la privatizzazione del servizio idrico integrato.

La nostra provincia e i suoi cittadini ben conoscono cosa può significare anteporre alla difesa dei beni comuni, la logica del profitto per pochi.

Il ricordo di una grave tragedia come quella del Vajont, ha profondamente segnato l’immaginario collettivo, ma non è bastata a far aprire gli occhi a molti amministratori locali e regionali che continuano ad assecondare le iniziative speculative e colonizzatrici di una nuova classe di predoni dell’acqua, sempre pronti a trasformare il bene più prezioso delle nostre vallate in merce.

La superficialità di analisi tecniche e scientifiche e l’assecondamento di logiche speculative, è ben riassunta dalla vicenda della valle del Mis, dove il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e la Regione hanno concesso alla ditta privata Valsabbia SPA di Brescia il nulla osta alla realizzazione di una nuova centrale idroelettrica all’interno di un’Area Protetta, Sito Europeo di Natura 2000, cuore di un territorio individuato quale Patrimonio mondiale dell’umanità (UNESCO); questo è un ulteriore esempio di come non possiamo delegare acriticamente alle istituzioni e al settore pubblico il controllo politico e di cittadinanza dell’acqua.

Siamo consapevoli che in questa fase di privatizzazione spinta dell’acqua, sia importante, prima di tutto, bloccare il tentativo da parte dei privati, dei capitali speculativi e finanziari, di impossessarsi, per decenni, di un bene fondamentale per la vita; siamo, però, altrettanto convinti che sia giunto il momento di cominciare a praticare adeguate mobilitazioni ed iniziative che porti con sé il desiderio di saper guardare oltre l’orizzonte della ripubblicizzazione, verso pratiche partecipative di condivisione del Bene Comune, per la democrazia.

E’ grazie a questa visione che siamo riusciti a creare una piccola comunità che ha saputo aggregare persone provenienti da percorsi e culture politiche differenti, che grazie all’amore verso il proprio territorio, ha deciso di voler determinare, partendo dall’acqua, uno sviluppo e un futuro migliore per queste nostre montagne.

Da questi territori scenderemo fino a Roma, accompagnati da tutti coloro che vorranno attraversare con noi, le strade simbolo di un potere politico centralista, al quale grideremo con amore che “questa, questa è la nostra terra, questa è la nostra acqua!”.

Si dice acqua, si pratica democrazia.

venerdì 26 febbraio 2010

Assemblea del Comitato


ASSEMBLEA COMITATO ACQUA BENE COMUNE
MERCOLEDI' 3 MARZO ORE 18:30
PRESSO CENTRO SERVIZI DEL VOLONTARIATO
VIA PIAVE - BELLUNO

ODG:
  1. Determinazioni organizzative in vista della manifestazione nazionale a Roma sull'acqua indetta per il 20 marzo;
  2. Referendum per l'abrogazione delle norme relative alla privatizzazione del servizio idrico;
  3. Ricorso al Tribunale Superiore delle Acque contro l'autorizzazione alla realizzazione della centrale in valle del Mis:attivazione e proposte autofinanziamento;
  4. Presidio del Comitato all' assemblea pubblica del Parco prevista a Sospirolo il 10 marzo;
  5. Sintesi incontro con la Provincia;
Vista l'importanza delle decisioni da condividere nell'assemblea è auspicabile la più ampia partecipazione


giovedì 11 febbraio 2010

Presidio del Comitato: Belluno è come Pandora, questa è la nostra terra!






"Manderanno un messaggio per dirci che loro possono prendersi tutto quello che vogliono, ma noi manderemo il nostro messaggio... Questa, questa è la nostra terra!" tratto dal film Avatar

Ci sono molte cose che ci accomunano al popolo Na’vi. Prima fra tutte: anche noi AMIAMO LA NOSTRA TERRA!

Una terra che da decenni, fa gola a moltissimi predoni che con la commistione di tanti amministratori locali, sono riusciti a depredare il 90% della risorsa più importante del nostro territorio: L’ACQUA.

“Non un metro di salto resterà senza la sua corrispondente centrale e soltanto limitate e saltuarie frazioni d’acqua andranno perdute”.

Così sentenziava l’ingegner Semenza della SADE, progettista della diga del Vajont, ma non è bastata quell’immane tragedia a porre fine ad un processo di colonizzazione che si è protratto fino ai giorni nostri.

Oggi, un nuovo predone si è fatto avanti: la Valsabbia Spa di Brescia.

Il suo progetto di installare una nuova centrale idroelettrica nella Valle del Mis è l’esempio più significativo della ripresa di questo processo di colonizzazione, che prevede ulteriori nuove richieste di derivazioni da parte di altri soggetti che, se non verranno fermati, andranno a depredare il restante 10% di acqua che attualmente è rimasta libera.

Ma vi sono ulteriori caratteristiche che rendono il progetto di costruzione della centrale in Valle del Mis, il simbolo di una battaglia contro le nuove speculazioni che si stanno abbattendo sui nostri fiumi.

Innanzitutto, perché la Valsabbia è una società privata che ha sede a Brescia e che non ha nulla a che vedere con lo sviluppo del nostro territorio e nessun interesse per il futuro delle nostre montagne se non quello speculativo.

Secondariamente, perché il manufatto (di ben oltre i mille metri cubi) dovrebbe essere realizzato all’interno del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, in una zona dichiarata di elevatissimo valore naturalistico e classificata come “Zona di Riserva Generale Orientata di tipo B1”, ovvero una zona dove sia la legge quadro sui Parchi (394/91) che lo stesso Piano del Parco vieta opere che modifichino il regime naturale delle acque, ma soprattutto non permettono la costruzione di “Nuove Opere Edilizie”.

Ancor più grave è il fatto che il Direttivo del Parco abbia concesso il nulla osta per la realizzazione dell’opera. Non solo perché riteniamo l’Ente Parco un’istituzione che dovrebbe preservare le bellezze naturalistiche di questo territorio e proteggere la poca acqua rimasta libera di scorrere nei propri alvei, ma anche perché le motivazioni che hanno espresso per difendere la loro posizioni sono inconsistenti.

Infatti, l’interpretazione che danno del famoso articolo 16 del Piano, che permetterebbe la realizzazione di modeste derivazioni nel caso in cui servissero a promuovere le finalità istituzionali del Parco, è errata, perché non vi è nessun atto della Valsabbia spa che confermi tale principio, vi sono inoltre, dichiarazioni fatte sulla stampa locale da parte del Sindaco del comune di Sospirolo favorevole all’intervento che contraddicono l’Ente Parco e infine, è lecito chiedersi come si può considerare “modesta derivazione” un progetto che prevede 1,5 Km di condotta che preleverà l’80% della portata del fiume.

Di fronte a ciò che consideriamo un abuso edilizio e un ennesimo attacco all’ecosistema del nostro territorio, siamo pronti ad andare fino in fondo, per questo abbiamo deciso di ricorre al Tribunale Supremo delle Acque e di mettere in campo tutto il nostro amore per bloccare questo progetto.

PERCHE’ BELLUNO E’ COME PANDORA E CHI AMA LA NOSTRA TERRA DICE NO ALLA VALSABBIA!



I motivi dell'illegittimità della concessione del nulla osta da parte del Parco alla realizzazione della centralina in Valle del Mis

- Il parere di ammissibilità dell’opera in questione è stato espresso dal Consiglio Direttivo il 27/10/2008 (e non il 27/11/2008) con maggioranza relativa di 5 voti favorevoli, 2 contrari, 1 astenuto e 4 assenti.

- L’ente Parco per sostenere l’ammissibilità dell’opera fa riferimento ad alcuni stralci del Piano del Parco, ma non da il quadro complessivo impedendo di fatto ad un osservatore esterno di avere il quadro di riferimento completo su cui esprimere un parere pertinente.

- In particolare non si fa riferimento all’art. 11 della legge quadro (394/91) che recita “..nei parchi sono vietate le attività e le opere che possono compromettere la salvaguardia del paesaggio e degli ambienti naturali tutelati con particolare riguardo alla flora e alla fauna protette e ai rispettivi habitat. In particolare sono vietati: (…)c) la modificazione del regime delle acque”. Ricordiamo che quella è una zona di grande interesse naturalistico e paesaggistico, una delle principali se non la principale forra del territorio del Parco.

- Non si comprende come ’art. 16 del Piano del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, seppure citato, possa essere interpretato come norma che permette la realizzazione della derivazione per la centralina idroelettrica, quando recita testualmente: “è vietato qualsiasi intervento che modifichi il regime naturale delle acque superficiali e sotterranee. E’ comunque vietata, all’interno del Parco ogni ulteriore derivazione delle acque superficiali e sotterranee per scopi idroelettrici e irrigui” e ancora “...sono, inoltre, ammesse, con le stesse modalità del precedente comma, modeste derivazioni idriche, da riservare esclusivamente agli apprestamenti che l’Ente Parco intenda favorire, promuovere, realizzare o destinare alle proprie finalità istituzionali” Certamente non risponde alle finalità istituzionali di un Parco Nazionale (per la verità di alcun Parco) la realizzazione di un’opera come quella in oggetto.

- Una minima parte dell’opera sarà realizzata all’estero, l’opera di captazione, ma la parte più preponderante ed impattante sarà all’interno dei confini (condotta forzata, edificio che ospiterà gli impianti le turbine e tutta la strumentazione). Fondamentale quindi ricordare che i lavori previsti verrebbero eseguiti in “Zona di Riserva Generale Orientata di tipo B1” definita dal Piano del Parco di “Valore elevatissimo” in cui l’art.18 delle Norme di Attuazione del piano prevede “scavi per l’interramento di derivazione di acquedotti..” ma non di derivazioni per la produzione idroelettrica. In questa zona sono altresì esclusi interventi di nuova edificazione (l’edificio della centralina coprirebbe all’incirca 180 metri quadrati ed alto svariati metri, cioè stiamo parlando di un grande edificio) cioè come il manufatto che dovrebbe ospitare la turbina e la strumentazione conseguente. La norma che vieta la realizzazione di nuovi edifici in aree di riserva generale orientata è all’art.12 punto b della legge quadro sui Parchi, la 394/91 che semplicemente e molto chiaramente dice “riserve generali orientate, nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie..” Crediamo non sia contestabile come un edificio dalle simili caratteristiche ( ben oltre i mille metri cubi) si possa definire Nuova Opera Edilizia.

lunedì 8 febbraio 2010

STOP ALLA CENTRALE IDROELETTRICA NELLA VALLE DEL MIS


Giovedì 11 febbraio ci sarà un incontro organizzato dal comune di Belluno, dalla comunità montana bellunese e dall'Ente Parco presso l'asilo Dartora di Bolzano Bellunese alle ore 20 per discutere del nuovo Piano del Parco. Saranno presenti il sindaco Prade, Giorgio De Bona, il commissario del Parco Benedetto Fiori, il presidente della provincia Bottacin e il direttore del Parco Martino.

PER QUESTO INCONTRO IL COMITATO BELLUNESE ACQUA BENE COMUNE ORGANIZZERÀ UN PRESIDIO DAVANTI ALL'ASILO DARTORA DI BOLZANO BELLUNESE A PARTIRE DALLE 19:30 PER RICORDARE AGLI OSPITI PRESENTI LA NOSTRA CONTRARIETÀ' ALLA REALIZZAZIONE DELLA CENTRALE IDROELETTRICA NELLA VALLE DEL MIS ALL'INTERNO DEL PARCO NAZIONALE DELLE DOLOMITI BELLUNESI, PER I SEGUENTI MOTIVI:

1) ATTUALMENTE OLTRE IL 90% DELLE ACQUE DEI FIUMI BELLUNESI E' GIÀ ARTIFICIALIZZATA;

2) LA REALIZZAZIONE DELLA CENTRALE STRIDE CON IL PIANO DEL PARCO E CON LA LEGGE QUADRO SUI PARCHI;

3) IL MANUFATTO SARA' COSTRUITO IN UNA ZONA ALL'INTERNO DEL PARCO DOVE SONO VIETATI INTERVENTI STRUTTURALI: SI TRATTA DI UN ABUSO EDILIZIO;

4) L'OPERA SARA' REALIZZATA DALL'IMPRESA VALSABBIA DI BRESCIA, UNA SOCIETA' PRIVATA ESTERNA AL TERRITORIO BELLUNESE IN CERCA DI SPECULAZIONI.


BASTA SPECULAZIONI SUI NOSTRI FIUMI!

martedì 2 febbraio 2010

Assemblea del Comitato




SABATO 6 FEBBRAIO 2010

CENTRO SERVIZI VOLONTARIATO

Ore 17 Via Piave 5 Belluno

ASSEMBLEA GENERALE "ACQUA BENE COMUNE"
O.D.G:
  • Informazioni stato vertenze territoriali acqua e determinazioni conseguenti
  • Attivazione rete veneta per una carta dei dititti del territorio
  • Manifestazione nazionale per l'acqua bene comune " Roma 20 marzo 2010"
  • Proposta referendum per l' abrogazione delle norme di privatizzazione del servizio idrico integrato
Considerata l'importanza delle decisioni da condividere, sollecitiamo la generale partecipazione di tutte le componenti del comitato e chiediamo di estendere questo invito a tutti coloro che in questi mesi hanno con noi cooperato.